L'orientamento
psicologico di stampo Cognitivo-Comportamentale ha origini
abbastanza recenti, ma
presenta radici portanti solide ed antiche; ovvero Cognitivismo e
Comportamentismo.
Esso
si fonda dunque sulla Teoria Cognitivista, secondo la quale
alla base del disturbo psicologico vi sono distorsioni ed
errori di pensiero (psico-cognitivi), i quali generano
convinzioni errate e surreali, e con il tempo veri e propri
"schemi mentali" che portano ad un circolo vizioso
autoalimentato.
Altro
asse portante e fondante è la Teoria Comportamentista, secondo la
quale i disagi psichici sono connessi agli atteggiamenti della
persona. A sua volta tali comportamenti, per apprendimento,
sono condizionati e mantenuti da stimoli ambientali.
L'approccio Cognitivo-Comportamentale rappresenta
allora l'integrazione tra cognitivismo e comportamentismo, ed
in sintesi cerca di esaminare, aiutare e ristabilire i processi psico-cognitivi
e i comporamenti disfunzionali e disadattivi alla base della
psicopatologia.
Esso
chiaramente non trascura l'ulteriore parte emotiva
dell'individuo, agevolando infatti il riconoscimento, la rimodulazione ed il
controllo delle proprie
emozioni, divenute eccessivamente
intense e/o durature.
Ulteriori
possibili obbiettivi sono: la riduzione, fino alla scomparsa,
del comportamento di
evitamento
delle situazioni (e quindi dei comportamenti) che provocano
disagio interiore; la ristrutturazione di pensieri e di credenze
disfunzionali (Cognitive Refreming); l'agevolazione e
l'incentivazione delle personali capacità di far fronte alle
problematiche (Coping).
Vi
è un complesso ed articolato rapporto tra pensieri, emozioni
ed atteggiamenti dove una distorsione, un blocco e/o una
interpretazione errata di uno di essi provoca, in modo
direttamente proporzionale, scompenso anche negli altri ed il
tutto fa da base ad ansia,
stress,
oscillazione dell'umore,
paura,
fissazioni,
impulsi,
sonno disturbato,
problemi
alimentari,
somatizzazione
e così via.
Non
è allora una certa situazione ed esperienza che provoca tali
reazioni e problematiche psicologiche, ma piuttosto
l'interpretazione cognitiva che la persona produce su di esse
e i comportamenti negativamente rinforzanti che mette in atto
successivamente, il tutto nel qui ed ora del presente.
E'
proprio
sull'attiva e decisa inversione di tale dinamica, da un
duplice punto di vista interno ed esterno, che punta
l'approccio
Cognitivo-comportamentale, sostenuto da continui risultati
clinici positivi, ampiamente misurati e documentati.
Tutto
questo fa di tale approccio (al di là dell'età della persona)
un supporto ed un aiuto
psicologico concreto, incentrato sul presente, breve, attivo,
paritario (tra paziente e dottore), psico-educativo ed infine
specificatamente funzionale
rispetto a:
-
disturbi d'ansia;
-
disturbi
dell'alimentazione;
-
disturbi sessuali;
-
disturbi
psicosomatici;
-
dipendenze;
-
disturbi del sonno;
-
disturbi
correlati a sostanze;
-
problematiche relazionali, scolastiche e/o lavorative.
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