Con il termine omofobia ci si
riferisce alla paura
di entrare e/o essere a contatto con un omosessuale. Più in
generale l'omofobia è la paura della persona eterosessuale nei confronti
dell'omosessualità e di tutto ciò che la connota.
Le
persone omofobiche, comunque, possono anche accettare, a livello
intellettivo, il concetto
di omosessualità, e addirittura sostenere i diritti civili delle persone che sono gay o lesbiche, ma mostrano lo
stesso risposte psico-emotive
di paura e rifiuto quando interagiscono realmente con qualcuno
il cui orientamento è di tipo omosessuale.
Dunque,
al giorno d'oggi, esistono ancora forti e radicati pregiudizi e
una più o meno latente
paura dell'omosessualità, anche in un contesto aperto e
culturalmente avanzato come quello dei paesi occidentali.
L'omofobia
che le persone gay e lesbiche incontrano nel loro ambiente
si insinua in loro, e quanto più forte è il pregiudizio e la
paura verso di loro, tanto più destabilizzanti sono le
conseguenze.
In
tal modo, i più fragili rischiano di far propri i giudizi
negativi che colgono nella loro famiglia, tra gli amici e
nell’ambiente che frequentano.
Nasce
così,
un sentimento ed un atteggiamento vittimistico e di impotenza;
dunque dalla svalutazione si passa alla passività, secondo
una spirale depressiva, che determina poi isolamento, calo
dell'autostima, sentimenti di negatività e così via.
In
altre parole, oltre
che con l’omofobia dell’ambiente circostante, gay e
lesbiche devono fare i conti anche con l’omofobia da loro
stessi interiorizzata che si trasforma in una specie di
oppressore interno, portatore del peso sociale della propria
diversità.
Ed
è proprio questa sottomissione passiva ai giudizi negativi
della famiglia e della società che può produrre un forte
calo dell’autostima e un aumento della
depressione
o dell’ansia nelle persone
omosessuali, soprattutto in quelle più sensibili o più
fragili, nonché una tendenza ad autoescludersi dalla vita
sociale.
Quindi
eterosessuali ed omosessuali
possono entrambi soffrire di omofobia.
Il termine omofobia interiorizzata viene usato per
specificare quanto negli omosessuali gli effetti dell’omofobia
siano comunque più complessi di quelli presenti in un
eterosessuale, infatti gli atteggiamenti negativi verso
l’omosessualità vengono
incorporati nella psiche creando varie distorsioni
psicologiche.
L'omofobia
interiorizzata è considerata uno dei
più grandi ostacoli alla salute mentale dei gay e delle lesbiche:
i sintomi possono andare
da una tendenza a mettersi in dubbio di fronte al pregiudizio,
fino all’odio
totale di sé
stessi.
Essa
può manifestarsi a vari livelli: la forma più esplicita,
più dolorosa e più negativa psicologicamente, anche
se riscontrata con minor
frequenza, si presenta in coloro che consapevolmente si
accusano di essere malvagi,
di seconda classe o inferiori a causa della loro omosessualità.
Questi individui,
in risposta a tutto ciò, possono far uso di sostanze, mettere in atto comportamenti
autolesivi, avere gesti aggressivi e fuori controllo, fino ad
ideare e magari compiere il suicidio.
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