L' "identità
sessuale" (o caratterizzazione sessuale) descrive la dimensione
soggettiva del proprio essere sessuati; essa inoltre risponde ad un
esigenza di classificazione e stabilità anche se contiene elementi
di incertezza e di imprevedibilità essendo l’esito di un processo
costruttivo influenzato dalla complessa interazione tra aspetti
biologici, psicologici, educativi e socioculturali.
Le attuali teorie
della sessuologia, in una prospettiva biologica, psicologica e
sociale, considerano
l’identità sessuale un costrutto multidimensionale
costituito da quattro distinte componenti:
-
Sesso biologico:
ovvero l’appartenenza biologica al sesso maschile o femminile
determinata dai cromosomi sessuali.
-
Identità di genere:
ovvero l’identificazione primaria della persona come maschio o
femmina e tratto permanente, solitamente stabilito nella prima
infanzia.
-
Ruolo di genere:
ovvero l’insieme di aspettative e ruoli su come gli uomini e le
donne si debbano comportare in una data cultura e in un dato periodo
storico.
-
Orientamento sessuale:
ovvero l’attrazione erotica ed affettiva per i membri del sesso
opposto, dello stesso sesso o entrambi ; può essere
omosessuale,
bisessuale o eterosessuale.
-Identità di genere-
In
specifico L’identità
di genere è la convinzione individuale di base di essere
un maschio o una femmina. Essa si definisce in un periodo che va
dalla nascita fino ai tre anni di età, ed è già presente
generalmente quando il bambino inizia a parlare. Il processo in base
al quale un ragazzo si percepisce come maschio e una ragazza si
percepisce come femmina è influenzato sia dalle predisposizioni
biologiche che dall’apprendimento sociale.
L’identità di
genere è quindi una delle componenti fondamentali del processo di
costruzione dell’identità. Il termine si riferisce al vissuto di appartenenza ad un
genere o all’altro, maschile o femminile, o in modo ambivalente ad
entrambi. Tale appartenenza può esprimersi quindi con vissuti e
comportamenti corrispondenti o non corrispondenti al sesso
biologico.
Si
può descrivere l’identità di genere come l’esperienza di
percezione sessuata di se stessi e del proprio comportamento, cioè
l’opinione che ognuno ha di se stesso in quanto appartenente ad un
sesso o all’altro, indipendentemente dal ruolo sessuale che
presenta agli altri, volontariamente o no. Dunque essa è
l’accettazione della propria e fondamentale natura biologica di
maschio o di femmina, la consapevolezza di appartenere al sesso
maschile o femminile.
L’identificazione
primaria di genere è quasi sempre contingente con il proprio sesso
biologico anche se, occasionalmente, vi sono ragazzi che crescono
con la convinzione di essere femmine e ragazze che crescono con la
convinzione di essere maschi. Il termine “transessuale” può indicare le donne e gli uomini che hanno iniziato o concluso
un percorso di riattribuzione del genere cosicché l’aspetto
corporeo sia congruente con l’identità di genere. Nel caso si
ravvisino le condizioni psicologiche e fisiche adeguate, una persona
può quindi accedere a interventi chirurgici o trattamenti ormonali
per l’adeguamento di genere.
Il termine
allargato di “transgender”, entrato in voga negli anni ‘80,
indicava le persone transessuali che non si erano sottoposte ad un
adeguamento chirurgico del genere; attualmente è utilizzato per
indicare tutte quelle persone (travestiti,
transessuali, “drag
queen”, etc.) che vivono uno stato di alterazione, di repulsione
e/o di non conformità con il proprio sesso biologico e che hanno attraversato
la linea che divide i generi attraverso il vestiario o il
comportamento.
-Ruolo
di genere-
Il
ruolo di genere (o ruolo sessuale) invece costituisce un insieme
di caratteristiche culturalmente associate agli uomini e alle donne.
Sulla base delle norme culturali, ci si aspetta infatti che gli
individui si comportino in maniera socialmente conforme al loro
sesso biologico; e cioè, che i maschi agiscano in modi percepiti
come mascolini e le femmine in quelli percepiti come femminili.
L’insieme di caratteristiche che definiscono ciò che è
appropriato per un maschio e ciò che è appropriato per una femmina
è frutto di un insieme di comportamenti e aspetti, alcuni dei quali
riguardano l’apparenza fisica, i gesti, la personalità.
Ogni comportamento è quindi “tipicizzato” per genere e le
culture e le società definiscono e mutano i criteri di
appropriatezza. Nella nostra società, una donna corpulenta, con
scarsa igiene personale, che beve alcol o che usa un linguaggio
scurrile è probabilmente percepita come meno femminile di altre
donne; analogamente, un uomo che gesticola eccessivamente, un uomo
appassionato di moda o un uomo insicuro è probabilmente percepito
come meno virile di altri uomini.
Con il concetto “ruolo di genere”
si
intende tutto ciò che una persona dice o fa per mostrare di avere
lo status di ragazzo o di uomo o, rispettivamente, di ragazza o di
donna. Ciò include la sessualità nel senso dell’erotismo, ma non
si limita ad essa. Il ruolo di genere viene valutato in relazione ai
seguenti elementi: manierismi, comportamento, atteggiamento,
preferenze negli interessi, argomenti scelti spontaneamente come
temi di conversazione, commenti casuali, contenuto onirico,
fantasie, pratiche erotiche e così via.
La formazione del
ruolo di genere avviene abitualmente in un periodo che va dai tre ai
sette anni. La mascolinità e la femminilità possono essere
interpretate su un continuum bipolare (un individuo esprime
mascolinità a spese della femminilità e viceversa).
Gli atteggiamenti
e i comportamenti che deviano dagli stereotipi di maschio o femmina
sono considerati inappropriati. Dagli studi empirici emerge che la
società tollera maggiormente la deviazione dal ruolo di genere
nelle donne piuttosto che negli uomini; questo atteggiamento è
visibile nell’educazione da parte dei genitori in cui un bambino
“femminuccia” è più rimproverato rispetto ad una bambina che
fa il “maschiaccio”.
Dunque il ruolo
di genere è la percezione che il proprio comportamento e personalità
siano conformi alle definizioni sociali di femminilità e mascolinità.
-Orientamento
Sessuale-
L’orientamento
sessuale è definito come l’attrazione fisica ed affettiva per
una persona di sesso diverso, persone dello stesso sesso o entrambi.
La maggior parte degli studiosi ha più volte messo in evidenza la
molteplicità degli aspetti che vanno a costituire l’orientamento
sessuale. Una prima distinzione è tra orientamento sessuale, inteso
come insieme di sensazioni e preferenze, e comportamento sessuale,
che descrive pratiche e atti sessuali. La stessa definizione di
orientamento sessuale comprende due aspetti, quello affettivo e
quello erotico.
Anche la
partecipazione sociale al proprio gruppo di riferimento si aggiunge
come componente di identità distinta e non sovrapponibile: una
donna, ad esempio, può sentirsi e autodefinirsi “lesbica” sulla
base non solo della sua esperienza affettiva (mi innamoro di donne)
o sessuale (ho rapporti sessuali con donne) ma anche sulla base di
un coinvolgimento più collettivo (mi sento parte della comunità
lesbica).
In definitiva,
possiamo paragonare l’orientamento sessuale allo spettro di un
arcobaleno che varia in gradi ed intensità dei suoi colori. Quindi, in
una prospettiva multidimensionale, l’orientamento sessuale è
costituito da una molteplicità di componenti: l’identificazione
di sé, il comportamento, le fantasie, il coinvolgimento affettivo,
l’attuale stato relazionale. Queste possono anche non andare nella
medesima direzione e subire mutamenti nel corso del tempo. Ogni
individuo sviluppa una sua propria “organizzazione” delle
attrazioni erotiche ed affettive, delle fantasie e delle attività
sessuali, unica come il timbro di voce o l’impronta digitale.
Concludendo
possiamo dire che l’identità sessuale è quel processo nel
quale il sesso biologico, i valori culturali e quelli personali
annessi alla sessualità influenzano le percezioni di sé e i
comportamenti del bambino e, in futuro, dell’adulto; l’individuo prende coscienza dell’identità sessuale tra i 18
mesi e i 3 anni.
Nella coincidenza tra identità di genere, ruolo di genere
e sesso biologico risiederebbe il concetto di “egosintonia” e ciò
vale per l’eterosessualità, ma anche, come già detto, per
l’omosessualità visto che essa differisce dalla prima solo
nell’orientamento sessuale.
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